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al testo di Pasquale Antonio Marinelli
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Irina ha gli occhi lucidi, guarda il suo grembo che giorno dopo giorno cresce nell’attesa di un figlio. Scorrono le lacrime lungo il suo volto pallido di giovane emigrata, di nostalgica sognatrice che immaginava un futuro migliore per lei e la sua famiglia.
Irina ha le mani tremanti, carezza con amorevole cura il suo tondo ventre e attende ansimante il giorno della nascita del suo pargolo. Asciuga le lacrime pensando alle parole che dovrà usare per raccontare a suo figlio la triste verità.
Irina è in una stanza buia, in compagnia della sua solitudine, dei tanti pensieri raccolti nella sua innocente esistenza. Era tenero fiore, pronto a schiudersi nella sua bellezza, ma un’orco brutale le ha strappato la verginità e il desiderio di sentirsi donna accanto all’uomo della sua vita. |
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